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Marzo 2020 Continuità e cambiamento: “Anche i passi nuovi sono impliciti”

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Anche i Passi Nuovi sono Impliciti” è la traduzione del titolo di un paragrafo1 di uno dei numerosi scritti del filosofo, psicologo e formatore di formatori Eugene T. Gendlin (Vienna 1926-New York 2017). Per quanto breve, il testo riguarda il tema della continuità nel cambiamento a partire dai termini “implicare” [impliying] e “portare avanti” [carrying forward] – due tra i concetti principali del modello di processo dell’autore; questo modello di processo nasce da una concezione della conoscenza come ”esplicazione” [explication] piuttosto che come copia della realtà “in cui il tempo retroattivo è la regola piuttosto che un’anomalia”2. Per Gendlin “Il percepire implicito non può essere mai considerato allo stesso modo della sua esplicazione verbale finale. Il processo dell’esplicazione è esso stesso un ulteriore esperire [experiencing] che sviluppa e cambia il contenuto”.3

In uno dei suoi ultimi testi 4, che introduce alla comprensione del significato di “implicare” e al differente uso della logica che ne deriva, Gendlin scrive: “Nel portare avanti non possiamo dividere la parte cambiata e la parte rimasta la stessa. Quando pensiamo solo in unità “è”, tutto dev’essere o lo stesso o differente, ma portare avanti non è né lo stesso né differente. Piuttosto è una continua ri-generazione, ricostituzione. Possiamo analizzare l’effetto del portare avanti in retrospettiva. Questo è un uso differente di logica.”

Nella traduzione che segue, quanti già conoscono il processo che si svolge nella pratica del Focusing possono riconoscerne, ancora una volta, l’attualità e il valore metodologico per creare nuovi significati individuali, relazionali e sociali. Per chi non conosce Eugene Gendlin, le pratiche e le procedure di Focusing e Thinking at the Edge – TAE “Pensare al Margine” da lui sviluppate, le loro applicazioni, la Psicologia Esperienziale/ Orientata al Focusing e la Focusing-Oriented Psychotherapy – può valere come invito alla lettura. Per Il testo completo in lingua originale originale vedi Riferimenti 1.

ANCHE I PASSI NUOVI SONO IMPLICITI di Eugene T. Gendlin, Università di Chicago

“Ciò che segue è una brevissima esposizione teorica. Altro è presentato in un ampio lavoro (Gendlin, E.T., A Process Model) e nelle mie opere filosofiche (www.focusing.org).

[…] Anche i Passi Nuovi sono Impliciti

Poichè spesso abbiamo osservato certi processi del corpo come la digestione conosciamo il passo implicito successivo. Quando abbiamo visto più volte usanze e routine culturali, sappiamo in anticipo quale effetto implica una situazione. Dopo diciamo che “era” implicito.

Tuttavia anche qualcosa di nuovo potrebbe portare avanti ed essere ciò che “era” implicito. Con i concetti correnti non possiamo pensare distintamente novità nella vita del corpo e in fisica, ma ovviamente l’universo e le forme di evoluzione non si sarebbero sviluppate se la novità fosse stata impossibile. Nel pensare cose nuove, la difficoltà non sta nella natura, ma nel tipo di concetto che riduce tutto a unità immutabili che possono essere solo ricombinate o riorganizzate per spiegare qualunque cosa nuova. Per questo genere di concetto la novità autentica è un problema. La difficoltà appartiene al genere di concetto non alla fisica o ai corpi.

Specialmente nella moderna società urbana spesso viviamo noi stessi in un modo nuovo e strano. Una situazione del genere è azioni implicite, che non sono mai state formate da nessuno.

Sappiamo quando le azioni di routine non basteranno. Come percepiamo e apprezziamo la sottile particolarità di una situazione nuova? Non potremmo, se potessimo sentire e pensare solo ciò che ci è familiare. Così no. Quando ci sentiamo “bloccati”, quell’essere impediti è il senso del di più che corregge il nostro tentativo di dire o fare qualcosa di abituale. L’essere bloccati è il nostro senso della situazione sconcertante, delle parole e azioni implicite che non siamo stati capaci di concepire. L’impedimento è il senso sottilmente organizzato del perchè i soliti modi non funzionano, e di ciò che potrebbe. L’essere bloccati è l’implicare di … passi successivi nuovi mai formati finora.

Se quell’azione è nuova e insolita, l’azione implicita non è mai esistita. Tuttavia è implicita!

Proposizione teorica 7. Un evento che non è mai accaduto prima può essere implicito. Questo si verifica spesso nel pensiero creativo, nell’arte, e nei passi di processo della psicoterapia e del focusing. I passi sono nuovi e ciononostante “erano” impliciti nel senso della situazione o problema sperimentati in modo fisico.

Tutta la complessità del sentire di una situazione è implicita nel processo del corpo. Questo comprende qualunque cosa rende difficile la situazione e ha reso inadeguate le facili azioni di routine. L’implicare del corpo (e se si forma un dato, come “si sente” la situazione in modo fisico) comprende una complessità più organizzata di quella che possiamo ancora pensare, dire o agire. Non c’è nessuna certezza che il passo di processo emergerà. Ma se arriva, avrà un’intricatezza maggiore di quella che avremmo potuto pensare, dire o fare prima di quel passo.

Proposizione teorica 8. Il dato o l’oggetto che chiamiamo sensazione sentita [felt sense] supera in complessità quello che potevamo pensare, dire o agire prima. Le vecchie forme sono implicite, ma già comportano una maggiore organizzazione che le rende inadeguate in modi molto precisi. Il fatto stesso che una sensazione sentita [felt sense] emerga come un dato è l’avanzamento di questo ordine più grande. Dal felt sense (nei passi ulteriori) si può dare forma a parole e azioni esplicite nuove e più finemente sintonizzate che non si sarebbero potute concepire prima. *

Riferimenti

  • * L’enfasi è dell’Autore.
  1. Gendlin, E.T. (1984) “Novel Steps are Also Implicit“; traduzione mia dell’estratto; il testo originale è contenuto nella “Sezione II” di: “The Client’s Client Theory: What is the Source of Process-Steps?” Vedi: The client’s client: The edge of awareness. In R.L. Levant & J.M. Shlien (Eds.), Client-centered therapy and the person-centered approach. New directions in theory, research and practice, pp. 76-107. New York: Praeger. Il testo completo in lingua inglese e la “Sezione I” in italiano – “Il cliente del cliente: Il margine della coscienza (Sezione I)” – sono disponibili all’indirizzo: http://previous.focusing.org/gendlin/docs/gol_2149.html
  2. Gendlin, E.T. & Lemke, J. (1983). “A Critique of Relativity and Localization”. Mathematical Modelling, 4, pp. 61-72.
  3. Gendlin, E.T. (1999). A New Model, Journal of Consciousness Studies, 6(2-3), 232-237; p. 233 mia traduzione per questo estratto.
  4. Gendlin E.T. (2017) “A Direct Referent Can Bring Something New” in Saying What We Mean: Implicit Precision and the Responsive Order, Gendlin, E.T., Casey, E.S., & Schoeller, D. (2017). (1 ed.). Evanston: Northwestern University Press, capitolo 7; mia traduzione per questo estratto.

Maria Teresa Belgenio, marzo 2020