Warning: Trying to access array offset on value of type bool in /home/mhd-01/www.sentitamente.it/htdocs/wordpress/wp-content/plugins/ginger/addon/analytics/ginger.analytics.php on line 105

La mancanza si completa

di Eugene T. Gendlin, da: Focusing-Oriented Psychoterapy. A Manual of Experiential Method,1996. Tr. it. Il Focusing in Psicoterapia. Introduzione al metodo esperienziale. Astrolabio 2010, Capitolo 22.

Water, pixabay.com

L’organismo è in grado di supplire i passi mancanti nel corso dello sviluppo infantile. E’ anche in grado di farlo con relativa rapidità. Si tende a credere, erroneamente, che ciò non sia più possibile nel caso dell’individuo adulto. Naturalmente, l’interazione adulta sarà diversa dall’allattamento o dall’accudimento materno. Tuttavia, potrà provvedere implicitamente e concretamente la continuazione di processi che si sono arrestati nell’infanzia. Il corpo ha continuato a implicare i passi successivi di processi che si sono arrestati nell’infanzia. Il corpo ha continuato a implicare i passi successivi fin da allora, e sarà in grado di metterli in atto se l’interazione lo rende possibile.

[… ] Ad esempio, l’accudimento del bambino che mancava in passato viene colmato, per la donna che non aveva tempo per sé, quando restiamo seduti insieme occupandoci della bambina che era stata.

Ecco un altro esempio: la cliente lamenta la completa mancanza di buoni ‘modelli’ femminili nella sua infanzia. Mentre parla, prestando attenzione nel contempo al senso somatico di quello che dice, appare chiaro quanto dolorosa fosse la mancanza. Proseguendo, ciò che mancava acquista dettaglio e vividezza. Questi modelli sono così vividi da sembrare realmente presenti. La loro presenza potrebbe essere esperita concretamente, se non fosse per il fatto che la cliente è piena di tristezza, rabbia e rimpianto per non averli mai avuti. La tristezza e la rabbia del passato sono state già sentite e rispecchiate in precedenza. Dal momento che occupano il suo corpo, la donna non può sentire come sarebbe stato avere avuto quei modelli femminili. Un terapeuta che sappia lavorare con l’energia corporea sa che sarebbe possibile sentirlo fisicamente, se il suo corpo non fosse occupato dai sentimenti familiari della rabbia e del rimpianto.

Ora la cliente parla di una donna che sarebbe potuta essere un buon modello femminile: “Se solo avessi avuto accanto una persona come lei, da piccola”.

Io la invito ad evocarla qui, adesso, e a sentire cosa prova fisicamente ad avere accanto quella donna. L’esperienza è molto vivida, il suo corpo cambia completamente. La aiuto a conservare la sensazione per alcuni minuti, e a richiamarla quando sembra affievolita. Poi le chiedo se, nella realtà, conosce una o due donne dello stesso tipo.

C: C’è X, e anche Y, sotto certi aspetti. Come sarebbe bello avere sempre qui con me [la prima donna], X e Y.

Mentre parla l’effetto esperienziale scompare. La cliente ricomincia a lamentarsi. Le chiedo di nuovo che sensazione prova fisicamente con tutte e tre le donne accanto. Di nuovo, l’intera esperienza corporea cambia.

C: Sì, ora sono tutte attorno a me. Sto bene. Vorrei che una di loro fosse davanti, una di lato e una dietro di me. Le voglio tutte intorno a me, a cerchio.

Sta accadendo adesso. Nel suo corpo, nel profondo, alcuni tessuti cambiano e crescono. Nel corso dei mesi successivi, la donna sperimenta più volte questo tipo di svolta somatica. Gradualmente, il cambiamento fisico si consolida più stabilmente. Dopo qualche tempo, vengono alla ribalta altri problemi, e noto che questa particolare mancanza si è, per così dire, ‘completata’.

Non so se questa cliente avesse visualizzato un’immagine. Che l’abbia fatto o no, il cambiamento è derivato dalla sua disponibilità a sperimentare fisicamente la presenza di questi modelli femminili.

La nostra concreta interazione fornisce la situazione reale per il verificarsi di questi processi. Stare insieme tranquillamente, in contatto, per un lungo periodo di tempo, permette implicitamente la continuazione di processi interrotti di ogni tipo. L’organismo può colmare le lacune, anche quando il cliente riferisce solo gli eventi della settimana. E’ più probabile che accada quando il cliente parla di ciò che è mancato, e viene ascoltato e compreso fino in fondo. Ho notato che l’organismo colma più facilmente le lacune quando si presta attenzione alla qualità che si associa a ciò che avrebbe dovuto esserci.

[…] Non ritengo opportuno proporre ai clienti di sperimentare vividamente ciò che mancava in passato per poter poi introdurrli a questo processo. Sarebbe artificioso, e dunque superficiale. Ma quando avviene spontaneamente, non faccio altro che dire, a un certo punto: “Lasciati sentire fisicamente che effetto fa essere in quella situazione”.

Come abbiamo visto fin qui, includere il corpo nella terapia può essere un fattore decisisvo. […]

Come disse una cliente, accasciandosi in una postura scoraggiata: “Dentro di me ho già rinunciato all’idea di essere amata. Non chiedo. Me ne vado, povera ma fiera (ride, drizzando sdegnosamente il naso). Oppure, metto l’altro a suo agio”. Naturalmente lavoriamo con i vecchi schemi che si sono formati attorno al bisogno insoddisfatto, come pure con la rabbia e la tristezza. E lo facciamo nel contesto di un’interazione in cui il bisogno viene effettivamente soddisfatto. Ma la breve richiesta di lasciarselo sentire mentre accade può farsi strada attraverso il sedimento di abitudini e sentimenti collegati alla mancanza, e farlo accadere veramente. […]

Come pensare teoricamente il processo di completamento?

Color, pixabay.com

Ora dobbiamo chiederci come sia possibile che l’organismo colmi le proprie lacune, gli eventi attesi e implicati che non sono mai accaduti. Se lo comprendiamo in teoria, il nostro lavoro con le immagini, i sogni, l’energia corporea e la concreta interazione implicita diventerà comprensibile.

La maggior parte delle teorie presuppone, a torto, che sia possibile conoscere solo ciò di cui si fa reale esperienza. Ma non è così. L’organismo di un neonato sa prima di nascere di dover essere accolto da una madre. Questo comporta essere accolto da braccia che lo sollevano amorevolmente e da capezzoli che secernono dapprima un certo fluido e poi latte. Madre e neonato formano un unico sistema, e il sistema è già predisposto.

[….] Il neonato e la madre formano un unico sistema, sia quando il feto è ancora nell’utero, sia successivamente. Il bambino viene al mondo pronto per il seno, e il seno è predisposto al bambino. In mancanza di un seno, il bambino piange e soffre la fame. Ma in mancanza di un bambino, anche il seno ha problemi. Se il bambino muore o viene allontanato, il seno fa male, si ingorga e deve essere aspirato.

Se un gattino scompare, la madre gatta va in giro a cercarlo. Lo cerca anche se lo ha abortito a uno stadio avanzato, e raccoglie e trasporta un modellino, oppure l’oggetto più simile al suo piccolo che riesca a trovare.

Alcune persone credono di non poter sapere cosa significhi essere amati, dal momento che non l’hanno mai provato. Ma non è vero. Ogni organismo viene portato avanti dall’amore e dalle cure che riceve. Il soggetto cosciente potrà fraintendere, sovrapporre alla situazione i vecchi schemi; ma il corpo, se l’interazione glielo consente, compirà un passo evolutivo.

Sotto un certo aspetto, ciò che sarebbe dovuto succedere è solo un’idea; ciò che è successo è reale. Ma in un certo senso, ciò che sarebbe dovuto succedere è più reale. Dopotutto, ciò che è successo si deve alle fissazioni e alle circostanze disfunzionali dei due individui limitati che la persona ha avuto come genitori. Il loro comportamento è stato accidentale. Il programma iscritto nell’organismo, invece, è reale quanto gli organi fisici, ciascuno dei quali reca le istruzioni relative al prorio funzionamento. Nasciamo dotati non solo di polmoni, ma anche della conoscenza di come respirano.1

[…] Il corpo non ha solo uno stomaco, ma anche il complesso processo della digestione. Il corpo implica i propri processi, e questi sono fatti di interazioni. Può digerire il cibo, se dispone di cibo. Il corpo implica la controspinta della terra. Digerire e poppare implicano latte, capezzoli e una madre che allatti. L’organismo del lattante conosce (sente, è, implica ….) il proprio processo vitale successivo, vale a dire come sarà essere con una madre e un padre. Implica il modo in cui i suoi processi vitali verranno portati avanti dai genitori. Così come sa inspirare l’aria nei polmoni, ‘sa’ anche come verrà sorretto, nutrito, accolto e protetto.

L’implicare del corpo è sempre ancora presente. Se è in condizioni di generare gli eventi interattivi mancanti, lo fa.

La novità complessa

Basket, pixabay.com

Dal momento che questi schemi primari universali sembrano fissi e sempre uguali, come producono i passi esperienziali inediti e complessi che ho illustrato finora?

[….] Quando in un alveare si mette un partizione di cartone, ben presto nascono alcune api dotate di appendici simili a forbici per perforarla. Se un’ameba viene posta in un fluido contenente una sostanza chimica sconosciuta, svilupperà una complicata serie di reazioni per tenerla fuori. La novità somatica si realizza anche in relazione al linguaggio e alla cultura.

[…] E’ importante sapere che l’occorrenza dei passi è spontanea. Altrimenti, ci sentiremo sotto pressione; ci sforzeremo di escogitre qualcosa che risolva il problema. Non possiamo né dobbiamo farlo.

L’organismo può completarsi da sè. I passi provengono dal corpo come nel caso di una ferita o un taglio: il nostro compito è tenerli puliti. Il corpo sa come guarire, come appaiare i capillari giusti.

Nota 1 -David Grove (1995) ha messo a punto una serie di domande attentamente formulate per elaborare l’abuso nell’infanzia. Una di queste è: “Dove lo senti?” (un’area interna o esterna del corpo). A un certo punto della serie, domanda: “Cosa ti piacerebbe che fosse successo?”. A quel punto, può emergere qualcosa che corrisponde a un bisogno profondo, ad esempio di protezione. Per vie diverse, anche Grove ha scoperto che ciò che sarebbe dovuto succedere è in grado di completarsi.