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18/1/2019 CROSSING Condividere messaggi non-comuni

Trenta secondi di attenzione al corpo.

E’ uno degli eventi in programma per l’iniziativa “Napoli città della conversazione”. L’appuntamento è per venerdì 18 gennaio presso “Tram Torretta” Via Ferdinando Galiani 29/a.

L’argomento principale di questo incontro è scoprire in concreto che cosa sa fare il nostro corpo con trenta secondi di attenzione, e la differenza che questo comporta.

Per tutto il giorno, anche se non ci facciamo caso, il corpo  fornisce il 99% di ciò che diciamo e facciamo. Alcune situazioni non hanno bisogno di nulla, poi ci sono quelle di cui diciamo: “Ho una situazione … un problema”: vogliono qualcosa, implicano che facciamo o diciamo qualcosa.

Nell’esperienza ordinaria ci sono  solo due possibilità: ricadere nei sentimenti o evitarli. Con l’attenzione al senso del corpo c’è una terza possibilità.

Di solito già possediamo le informazioni necessarie per prendere una decisione, chiarire una questione, rispondere a un invito non gradito, portare avanti un’attività che ci interessa e si è bloccata; ma quando prevalgono risposte automatiche o incertezza rimaniamo tesi e insoddisfatti e ci rendiamo di non aver detto o fatto ciò che veramente volevamo. Così quando ignoriamo o svalutiamo una situazione non risolta, la sensazione di tensione o disagio rimane lì e non scompare.

Mentre le risposte che arrivano dalla mente razionale sono immediate, quelle che vengono dal corpo hanno bisogno di alcuni secondi: il corpo risponde all’attenzione.

In una frazione di secondo il corpo compie l’equivalente di migliaia di operazioni cognitive, e, in questo senso, si può dire che è un ‘computer biologico’.  Sappiamo riconoscere e utilizzare la risposta del corpo?

Per molto tempo si è pensato che riuscire ‘solo a tirare fuori tutto’ ci avrebbe aiutato nelle relazioni strette; ma quello che arriva all’altro può essere molto diverso da quello che intendiamo dire, e a volte il modo in cui reagiamo può ostacolare il dialogo.

Essere in contatto con emozioni e sentimenti è importante, ma non è tutto. L’emozione non tiene conto del contesto in cui si è originata, non è tutta la storia, ma una sua parte. Un’emozione può essere avvertita in modo chiaro e possiamo chiamarla con un’etichetta come rabbia o paura; ogni volta che la rievochiamo rimane identica. Il senso corporeo – la sensazione significativa o felt sense – non è altrettanto chiaro, ma molto più ampio e per lo più indistinto e difficile da descrivere a parole: contiene ‘tutto ciò che riguarda’ quella specifica situazione.

Il corpo può accedere a molti più dettagli di quelli che arrivano dalle  emozioni  o dal ragionamento. Come è possibile?

Non si tratta del corpo fisiologico e anatomico, ma del corpo come avvertito dall’interno (c’è un modo per farlo anche quando non lo si è mai fatto).  E’ una conoscenza corporea che funziona in modo implicito. Un esempio molto semplice si può notare quando entriamo in un luogo dove c’è qualcuno che conosciamo e che salutiamo con un cenno della mano o con un sorriso, non facendo caso agli altri. Lo facciamo senza dirci prima: fammi vedere, sorriderò con calore o con distacco. Il corpo possiede l’intera storia di quello che abbiamo detto e fatto insieme; forse non ricordiamo tutto, ma il corpo ha prodotto proprio quel sorriso e quel gesto. Solo in casi particolari pensiamo in anticipo cosa dire.

Quando parliamo di una situazione che ci preoccupa, di solito raccontiamo fatti:  “E’ successo che .. e poi ..” e tutto quello che sappiamo; dopo un po’ c’è un silenzio caratteristico nel quale il corpo avverte qualcosa; in quel breve silenzio ci può essere un disagio, il corpo conosce di più di quello di quello che già sappiamo del problema.

Sentire la ‘qualità fisica’ di quel disagio è come entrare in una porta, e quello che troviamo lì svilupperà qualsiasi cosa sia bloccata in quel momento.

Il metodo semplice e di grande efficacia per accedere a questa terza possibilità che viene dall’attenzione del corpo si chiama Focusing. E’ stato sviluppato da Eugene Gendlin (Vienna 1926-New York 2017) oltre quattro decadi fa e ha dato origine ad applicazioni in molti campi come: l’area evolutiva e dello sviluppo personale, l’insegnamento, la psicoterapia, il lavoro corporeo, l’ambito socio-sanitario, l’arte e l’architettura, la ricerca, la scrittura.

Testo suggerito:

E. T. Gendlin (1978-1981). Focusing. Tr.it. Astrolabio, 2001

Website:The International Focusing Institute www.focusing.org
Fonte immagine: www.pixabay.com